La separazione netta dei due elementi fondamentali costituenti la struttura terrestre perdura ancora nell’immaginario collettivo nella misura in cui resulta prevalente lo studio e l’analisi dell’ecosistema della terraferma ove la storia dell’umanità ha avuto il suo sviluppo preponderante. In essa sono stati coniati linguaggi formati da lessici in sovrabbondanza rispetto allo studio del mare ancor oggi poco sviluppato se non in nicchie specialistiche ma scarsamente incisive. La comune origine dei termini ecologia ed economia dal termine greco “ oikos” – casa – connota l’uno lo studio e la conoscenza della “ casa” intesa come insieme di organismi animali e vegetali in relazione all’habitat specifico e l’altro la legge o l’arte di ben amministrare. Nel corso del tempo i due termini si sono connotati con significato estremamente divergente ove l’economia concepisce il rapporto con l’elemento naturale come un rapporto di rapina. Questo vizio di origine ha creato delle conseguenze disastrose soprattutto in assenza di un ritardo della ricerca scientifica e di una adeguata legislazione.Il tema della difesa dell’ambiente solo attualmente viene sviluppato come necessità insita negli stessi investimenti tesi sia allo sfruttamento delle risorse ambientali ma soprattutto alla salvaguardia di quegli equilibri delicati che regolano i rapporti tra esseri viventi. Oggi nel calcolo costi-benefici degi insediamenti industriali deve entrare il concetto di negatività degli effetti sull’ambiente e la necessità di individuare degli standards condivisi da tutti gli Stati maggiormente industrializzati. Molto spesso si registrano casi di Enti nazionali o sovranazionali che mentre da un lato promuovono determinati settori di sfruttamento di energie dall’altro ne hanno il controllo della sicurezza e dell’impatto sull’ambiente. Tutte le scelte di urbanizzazione e di antropizzazione hanno avuto tale fondamento e la stessa creazione di parchi risulta spesso non adeguata a fronteggiare il deperimento del territorio. Con il termine desertificazione si indica il progressivo impoverimento di un territorio dovuto soprattutto ad agenti climatici mentre con il termine desertizzazione, spesso non contenuto nei moderni dizionari, si indica la distruzione di un territorio ad opera delle implicazioni infauste dovute allo sviluppo industriale indiscriminato. In questo contesto il mare ha assunto spesso una via privilegiata di comunicazioni e di spostamento di merci se si esclude il reperimento di sostentamento da parte delle popolazioni costiere. Solo di recente ha avuto incremento uno studio sistematico e l’interesse scientifico verso lo sterminato pianeta acqueo con la sua molteplicità di vissuti animali, vegetali e minerali. E’ stato coniato anche un termine per indicare gli effetti di inquinamento: eutrofizzazione che indica non una sottrazione di elementi ma un eccessivo aumento di elementi di azotati e sali fosforici capaci di azzerare l’ossigeno e procurare catastrofi a lungo raggio. Attualmente lo studio di habitat si avvale di una sistematica biologica in continua evoluzione ed in grado di stabilire relazioni morfologiche e fisiologiche tra gli esseri viventi ed il territorio. Gli esseri viventi hanno consolidato finora strategie di difesa verso pericoli derivanti da predatori e sono completamente indifesi nei confronti di inquinamento chimico o atmosferico capace di portare in brevissimo tempo alla scomparsa di intere specie terrestri ed acquatiche. L’arma della mimetizzazione animale risulta attualmente inappropriata per diverse specie caratterizzatesi in biocenosi e dimoranti in ambienti attraversati da rotte commerciali.
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