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lunedì 11 ottobre 2010

11 ottobre 1492

Esattamente 518 anni fa, alla decima ora della notte dell’11 ottobre 1492, Rodrigo de Triana, di vedetta su una delle tre caravelle di Cristoforo Colombo durante il suo primo viaggio esplorativo, fu  il primo ad osservare “luci di natura sconosciuta” poco prima della costa di Guanahani. Colombo riportò l’avvistamento nei suoi diari ma non seppe accertarne l'origine per la debolezza di intensità. Veniva descritto "come una piccola candela di cera che si levava e si agitava, sembrando una sorta di indicazione di terra". Si supponeva che provenisse dall’isola di Watling dove i nativi americani avrebbero potuto appiccare fuochi per illuminare i villaggi nelle ore notturne. Quest’ipotesi  fu sostenuta sino a che non si scoprì che all'ora degli avvestimenti (22 di sera) l'equipaggio si trovava a più di 35 miglia da qualsiasi costa e perciò fuori dalla portata di qualunque  torcia.
E quindi? Crediamo anche noi ai misteri del triangolo delle Bermuda??
A noi piace molto di più credere a L.R. Crawshaw del Marine Biological Association Laboratory di Plymouth secondo cui , un esemplare femmina di Odontosyllis (verme di fuoco della Bermuda) può avere una brillantezza intervallata da periodi di luminosità eccessiva e debole, cosa che gli consentirebbe di apparire con la forma di una candela.

Phylum: Annelida
Classe: Polychaeta
Ordine: Errantia
Famiglia: Syllidae


Odontosyllis enopla è un Polichete della comunità bentonica delle acque poco profonde delle Bermuda. Come molti policheti più noti a noi, vivono all’interno di un tubo e sono di particolare interesse per gli abitanti, i visitatori e soprattutto per i ricercatori delle Bermuda. Infatti, durante l’accoppiamento, essi producono una particolare bioluminescenza anche se tuttavia, molti aspetti della loro ecologia sono ancora ignoti. E’ proprio lo scambio di segnali luminosi a dar vita all’incontro dei sessi. Questa specie possiede la particolare capacità di apparire in superficie in gran numero soprattutto nelle notti successive la luna piena di ogni mese (Fischer e Fischer 1995; Franke 1999). La maggior abbondanza di vermi in accoppiamento si verifica la seconda o la terza notte dopo ogni luna piena e gli eventi iniziano circa 55-56 minuti dopo il tramonto astronomico. (Galloway e Welch 1911, Markert et al 1961, Fischer e Fischer 1995, Franke 1999). Una volta raggiunta la superficie, i maschi e le femmine si impegnano in un elaborato corteggiamento dopo il quale vengono rilasciati i gameti. Questo tipo di trasmissione e di deposizione delle uova ha dimostrato di avere un ottimo successo riproduttivo. Uno dei motivi che spiega questo, sta nel fatto che gran parte della morfologia di questa specie è dedicato al successo riproduttivo. Esempi sono:
  • la complicata struttura della fibra ottica che aiuta i maschi nell'individuazione delle femmine luminescenti,
  • le grandi cavità corporee in grado di contenere un numero elevato di gameti  
  • le ghiandole nell'epidermide che contengono proteine bioluminescenti.
Ora non resta che scoprire se 518 anni fa dalle parti dell’isola di Watling ci fosse la luna piena…

mercoledì 6 ottobre 2010

Il giallo di Pablo

Se dovessi scegliere tra le tante immersioni che si possono fare all’Elba qual è per te la più suggestiva?? Molti fra i profondi conoscitori di questi magnifici fondali non sanno dare una risposta rapida e decisa e molteplici sono le preferenze che vengono contemplate dopo un’attenta riflessione….
Una di queste è : I PICCHI DI PABLO
Sul lato sud-est dell’isola, oltre la punta di Capo Calvo abbiamo la possibilità di ormeggiare la nostra barca al gavitello che sta lì ad indicarci il punto preciso dal quale iniziare la nostra immersione. Ci aiuta a non perdere nemmeno un minuto prezioso a nostra disposizione!! Iniziamo la discesa ed immediatamente davanti a noi si stagliano due grossi picchi rocciosi che sprofondano verticalmente fino a 33 metri di profondità.  Senza scendere fino a toccare il fondo, iniziamo a percorrere la parete mantenendola alla nostra sinistra e da subito rimaniamo colpiti dal Giallo di Pablo!!!
Non si tratta di un mistero degli abissi. Intendo proprio le tonalità di questo colore!! Misterioso a tanti è, però, l’organismo artefice di tanto splendore.
Parliamo di Parazoanthus axinellae o più semplicemente delle Margherite di Mare.


Phylum: Cnidaria, 
Classe: Anthozoa,
Sottoclasse: Hexacorallia,
Ordine: Zoanthidea
Famiglia: Parazoanthidae
Genere: Parazoanthus
Specie: P. axinellae

 Gli Cnidari (da Knide, “ortica”) raggruppano tutti quegli organismi che posseggono numerosi e microscopici corpuscoli pungenti che possono essere estroflessi per catturare le prede o per difesa. Lo cnide è più comunemente conosciuto con il noma di nematocisti, una capsula ripiena di liquido che contiene un filamento urticante cavo, avvolto a spirale che può essere estroflesso molto velocemente. Gli Cnidari vengono poi suddivisi in tre principali classi: IDROZOI, SCIFOZOI E ANTOZOI. Le Margherite di mare fanno parte degli Antozoi, i più numerosi tra gli cnidari e caratterizzati da non possedere mai, durante l’accrescimento, la forma medusoide tipica delle altre due classi. Sembrano proprio dei fiori gialli (Anthozoa significa proprio “fiori-animali”). In realtà questi organismi, coloniali quasi sempre, sono veri e propri animali che attraverso il movimento dei tentacoli catturano il plancton in sospensione e lo portano in corrispondenza della cavità boccale.

Ogni singolo organismo è un polipo che in base al numero dei tentacoli (in numero multiplo di 6) viene  classificato fra gli ESACORALLI.
Per la caratteristica assenza di un disco basale e di uno scheletro rientrano nell’Ordine degli Zoanthidea e poiché utilizzano comunemente come substrato altri organismi, nel Genere dei Parazoanthus. La sua affinità con la  spugna  Axinella cannabina
 ne caratterizza poi il nome.
Le correnti, spesso presenti in questo tratto di mare, rendono l’ambiente idoneo all’accrescersi di queste meravigliose colonie. Spesso la luce del giorno non ci regala il loro vero colore... sembra quasi manchi qualcosa. E’ come osservare un quadro non finito. Al crepuscolo, però, si trasforma in una vera e propria opera d’arte. Alifantozze, parapandali e gamberetti maggiori si muovono fra i polipi che danno rifugio a castagnole allarmate dall’elegante procedere di un grongo affamato. Stelle serpentine si nascondono rapidamente al passaggio del nostro fascio luminoso. Immancabile l’incontro con un altro bellissimo Cnidario dai lunghi tentacoli urticanti: l’Alicia mirabilis. Grossi scorfani, piccoli nudibranchi, galatee e porcellane danno vita al giallo di Pablo. Che strano… il giallo dei Parazoanthus e il nero della notte, colori che in zoologia, sono sempre associati al pericolo!! Sarà proprio questo il giallo di Pablo??